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Quanto Vale e Come Vendere un Sito Web – La Guida Completa

Sei stanco di gestire il tuo sito web, e-commerce o blog? La concorrenza è improvvisamente aumentata e non riesci a guadagnare quanto un tempo? Hai cambiato lavoro e tutto quello che riesci a fare è aggiornare i plugin WordPress? Se ad almeno una di queste domande hai risposto un secco si questa guida fa per te: scoprirai come vendere siti web, blog ed e-commerce al miglior prezzo.

Vendere un sito web non è facile, per nulla! La vendita di un progetto web richiede tempo e accortezza nelle gestione delle diverse fasi: dalla strutturazione dell’operazione, all’individuazione del corretto prezzo, fino al trasferimento e all’incasso di quanto ti è dovuto.

Spero di non averti spaventato perché ti aspetta una decisamente lunga ma spero utile guida su come vendere il tuo sito web con successo. Cominciamo!

Quanto Vale Il Mio Sito

quanto vale il mio sito web

Per determinare quanto vale un sito web dobbiamo prima definire cosa sia un sito web. Può sembrare banale ma è sempre meglio mettere dei paletti per capire di cosa stiamo parlando.

Non sto parlando in questo caso delle differenze riguardanti il business model: e-commerce vs amazon fba vs content website. Definirei il sito web come un business a sé: un “asset digitale” indipendente e non collegato al business offline di cui molte volte è invece il supporto.

Per intenderci: un portale che monetizza tramite affiliazioni Amazon e partecipa alle campagne pubblicitarie Google Ads è inteso come business indipendente.

Il portale utilizzato da un professionista, avvocato o commercialista che sia, per ottenere clienti o il sito web di un’azienda produttrice di pannelli fotovoltaici che sviluppa poi il suo business offline, per esempio con l’installazione degli stessi, non è un business indipendente quindi per la sua valutazione non è possibile applicare i metodi che vedremo di seguito.

Un business digitale, un sito web quindi, è composto almeno da un dominio e del contenuto. Ad esso possono ricollegarsi e aggiungersi altre entità a cui faremo cenno nelle sezioni successive come pagine social, liste clienti, indirizzi e-mail. Il solo dominio non può essere valutato con quanto seguirà: è infatti necessario un business model definito e dei flussi di cassa (guadagni in linea di massima).   

Valutazione Tramite Multipli

strumenti per la valutazione - i multipli

Cominciamo con il metodo più in voga al momento: valutazione tramite multipli. Cos’è un multiplo? Per farla breve è, come dice la parola stessa, un moltiplicatore da applicare ad un valore. Solitamente questo valore nella vendita di siti web è fatto coincidere con i guadagni mensili netti pre-tasse (approssimo per rendere il concetto).

Facciamo un breve esempio per capire di cosa stiamo parlando. Ci troviamo tra le mani un sito web. Dopo averci lavorato per mesi e mesi finalmente inizia a dare i suoi frutti.

Contenti dei primi guadagni ci accorgiamo però che il tempo di gestirlo è troppo elevato. I guadagni sono in crescita, i contenuti sono stati caricati quindi non ci sono più grandi spese da sostenere e l’hosting macina views in larga parte provenienti dai motori di ricerca (fonte organica).

Dritti al punto: il pannello affiliazioni Amazon indica entrate nel mese di maggio per €5.000, Google Ads una più contenuta entrata pari a €1.500. I costi di mantenimento annuali tra hosting e qualche contenuto per rendere stazionario il traffico del sito ammontano a €500. Il valore di questo sito web, considerando un moltiplicatore di x30 i guadagni mensili, sarà pari a €180.000.

Questo valore è stato determinato come: (5.000 + 1.500 – 500) * 30 = €180.000

Naturalmente il valore di un sito web non è mai un valore puntuale. Deve essere considerato ad esempio:

  • l’investimento che richiederà dopo l’acquisto in termini di tempo richiesto per la gestione;
  • la struttura del business;
  • la suddivisione del traffico per sorgenti;

Nonostante questo, con il multiplo corretto puoi avere a grandi linee un idea su quanto il tuo sito web valga.

Abbiamo detto che non è un valore puntuale: come tutte le valutazioni, in particolar modo quelle con multipli, viene individuato un range e quindi un multiplo minimo e un multiplo massimo.

Senza considerare il sito nello specifico, ho visto siti web venduti tra un moltiplicatore x20 e x40. Quindi nell’esempio di prima il valore del sito web potrebbe spaziare tra €120.000 e €240.000. Un differenziale di €120.000: non da poco.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: il range di valori tra un multiplo x20 e un x40 è decisamente elevato. Il prezzo si trova al suo interno ma quale è quello corretto? Se non sei interessato alla valutazione di e-commerce ti consiglio di saltare il paragrafo sulla valutazione tramite DCF e passare al successivo: “Perché questo non basta” per scoprire cosa devi tenere in considerazione.

Cosa fare quindi?

Sono presenti appositi portali (vedi sezione “Dove vendere un sito web”) che tengono traccia della maggior parte delle transazioni rilevanti che avvengono sul mercato italiano e internazionale. Dall’universo di operazioni è necessario restringere il novero. La scrematura può avvenire applicando un iniziale filtro legato al business model.

Questo fattore infatti definisce in larga parte il prezzo di scambio nella vendita di siti web. La monetizzazione tramite Google Ads ad esempio è decisamente più stabile, quindi determina l’applicazione di un multiplo più elevato rispetto ad un e-commerce gestito in dropshipping, che conseguentemente avrà un multiplo inferiore. 

Si potrebbe inoltre applicare un ulteriore filtro legato al settore: l’ambito finanziario ”paga di più” anche se più competitivo, quindi anche in questo caso il multiplo è più elevato.

La riduzione del campione poi è funzione dei risultati rimanenti: fattori da considerare oltre a quelli che troveremo di seguito sono la data e l’importo della ”transazione in esame” e il mercato di riferimento: internazionale o italiano. Sicuramente non cosa facile da mettere in pratica.

Valutazione Tramite DCF

analisi dcf discounted cash flow

Una delle metodologie più in voga e, a mio parere, più affidabile per la valutazione di business e aziende tradizionali è l’analisi DCF. Anticipo subito come funziona andando poi a sviscerare ogni elemento nelle righe successive.

La DCF analysis prende a riferimento i Cash Flow previsionali, attualizzandoli per un tasso di sconto solitamente fatto corrispondere al WACC del business in questione. L’ipotesi alla base del modello è questa: un euro oggi vale più di un euro domani.

Come promesso spiego cosa ho appena detto: i Cash Flow previsionali sono i flussi di cassa previsti nei mesi e anni a venire. Un flusso di cassa è semplicemente un entrata, o in alternativa, la variazione della cassa tra due periodi.

Esempio in ipotesi di e-commerce in dropshipping: Vendite del prodotto X in Maggio: +20.000€, Costi del prodotto X in Maggio: -15.000€. Flusso di cassa netto di Maggio: +5.000€.

Siamo già giunti alla prima difficoltà: si parla di valori previsionali.

Per effettuare un’analisi DCF dovremmo andare a stimare i “guadagni netti” prospettici (virgoletto perchè è improprio definirli cosi, ma stiamo parlando dopotutto di una guida, quindi la praticità viene prima).

Per realizzare quindi una buona analisi è necessario un business maturo con flussi di cassa e quindi guadagni prevedibili.

Come ben puoi notare per business online come e-commerce, blog, portali editoriali o altri progetti web dove la variazione dei guadagni è notevole e il business non è sostanzialmente maturo non è facile riuscire a prevedere cosa ci aspetta.

Punto a favore per il metodo dei multipli: molto più affidabile per progetti “early-stage” se si hanno a disposizione transazioni comparabili.

Arriviamo al secondo problema. Ho parlato di attualizzazione dei flussi di cassa al WACC. Il WACC è un tasso che sommariamente indica la rischiosità dell’azienda: rappresenta quanto un generico investitore (debito o equity) dovrebbe essere remunerato per investire nel tuo business.

Questo tasso viene determinato tramite vari modelli che presentano un grado di affidabilità maggiore per aziende di un certo calibro, molto più deboli quando le dimensioni calano. Il 20% è corretto? Il 30% invece? C’è un elevato rischio di soggettività nella valutazione: punto a favore anche sotto questo aspetto per il metodo dei multipli.

Quando quindi preferire il DCF? Onestamente mi sentirei a mio agio nell’utilizzo del DCF nella valutazione di business che iniziano a sviluppare dimensioni consistenti, dove l’impatto dei costi incide in modo determinante sulla marginalità ed è stata raggiunta una determinata fase di crescita o di iniziale maturità.

Esempio: un e-commerce con un proprio magazzino, clienti ricorrenti e acquisizione di nuovi lead da differenti sorgenti, sia organiche che paid.

I multipli sono ottimi per una valutazione istantanea, veloce. Il DCF permette maggior analiticità delle ipotesi ma al contempo il rischio di incorrere in errori. Attenzione quindi alle ipotesi alla base del piano.

Perché Questo Non Basta

cosa considerare vendita sito web

Come già ti accennavo precedentemente non è tutto solo una questione di ricavi e di utili. Altri fattori sono da prendere in considerazione. Un sito web vale quanto gli altri sono disposti a pagarlo: per questo il metodo dei multipli di transazioni comparabili di cui ti parlavo è così utile. Le transazioni che avvengono sul mercato ti danno una sensazione diretta di quanto i potenziali compratori siano disposti a spendere per comprare il tuo sito.

Si, ci sono tool e strumenti capaci di darti una stima molto vaga ma non bastano. Non prendono in considerazione questi fattori: tempo richiesto di lavoro, storicità del sito, fonti di traffico e business model. Ce ne sono anche molti altri ma per analizzarli tutti questa guida diventerebbe troppo lunga. Ecco i più importanti.

1. Tempo Richiesto nella gestione

La maggior parte dei piccoli compratori è alla ricerca di un sito web che permetta di ottenere entrate tendenzialmente passive.

Il business model infatti di chi acquista è da ricollegarsi al flipping: compro per migliorare il progetto creando valore e concludo con una vendita ad un prezzo maggiore. Il tempo sottratto alla creazione di valore e dedicato alla gestione ordinaria sono minor entrate future per il compratore.

Va detto che entrate passive al 100% non esistono. Un minimo di tempo per la gestione corrente è richiesto.

Passiamo ad un esempio pratico per chiarire come il tempo richiesto influenzi il valore del tuo sito.

Prendendo due business, con pari entrate nette e uguali caratteristiche sotto il profilo della solidità, il prezzo di vendita sarà nettamente maggiore per il sito web maggiormente automatizzato. Il compratore sottrarrà le ore richieste per la gestione ai profitti dello stesso per ottenere il ”guadagno netto” finale.

E’ vostro compito quindi, tra le varie operazioni preparatorie da eseguire prima della vendita, cercare di automatizzare il più possibile il vostro portale.

2. Data Di Apertura Del Sito

A parità di condizioni come ben puoi intuire un sito storico ha un valore più alto rispetto ad un nuovo portale da qualche mese sul mercato. Questo perchè è possibile per il potenziale compratore:

  • verificare l’andamento del traffico e le variazioni in un arco temporale più lungo (track record): maggiore affidabilità riguardo a media visite e media guadagni;
  • verificare se il sito web in vendita ha subito penalizzazioni da parte di Google o altri motori di ricerca;
  • scongiurare che un elevato tasso di crescita sia dovuto ad un utilizzo spregiudicato di PBN o link building molto spinta (ottimizzazioni SEO di dubbia qualità);
  • possibile fattore di ranking da parte dei motori di ricerca, vedi a proposito l’effetto sandbox di Google.

Va precisato: la data di apertura del sito e lo storico vanno di pari passo con l’andamento del traffico e la sua stabilità. Se un sito è stato aperto ad inizio 2013 ma è stato sviluppato e popolato solo a Maggio 2021 personalmente lo tratterei come un portale avviato in questo ultimo mese.

3. Fonti Di Traffico

Dipendere interamente da un’unica sorgente non è mai una buona cosa. Che sia la sorgente di traffico o la metodologia di monetizzazione. siti web che presentano una variegata distribuzione riguardo alla provenienza del traffico sono valutati maggiormente.

State per vendere il vostro sito web? Cercate di sviluppare nel frattempo oltre al canale social anche un blog nel caso in cui il traffico organico sia nullo. Vale lo stesso nel caso in cui dipendiate interamente da Google. Un singolo aggiornamento può spazzare via il vostro lavoro nonché i guadagni che sostengono la valutazione.

Un ultimo appunto riguardo alle fonti di traffico: personalmente preferisco portali in vendita nei quali la maggior parte del traffico proviene dai motori di ricerca. Se da un lato è vero che un aggiornamento può spazzarti via, d’altro canto le fonti social sono decisamente più precarie e volatili. 

Anche in questo caso la parola magica è: contestualizzare. Da un e-commerce che vende vestiti o prodotti per la cura della pelle mi aspetterei la maggior parte del traffico provenire dai social network, preferibilmente se di natura organica e non da ads, a loro volta meno stabili e influenzate da molti più fattori (vedasi a proposito il rischio di aumento del CPC della campagna che può rendere non più profittevole l’intero store).

4. Business Model: Da Dove Dipendono Le Tue Entrate

Non mettere tutte le uova in un paniere. Come per le fonti di traffico la diversificazione riguardo alle sorgenti delle vostre entrate sarebbe da preferire.

Con questo non intendo dire che dovete partecipare ad infiniti programmi di affiliazione per rendere il vostro sito meno dipendente da Amazon. Per quanto riguarda un sito editoriale/basato sui contenuti, l’adesione ad un paio di diversi programmi e l’alternanza tra affiliazioni e banner è un ottimo trade-off. Sembrano fattori di poco conto.

L’impatto per molti siti web in più occasioni è stato deciso, si veda a proposito questo articolo di CNBC: ”Amazon slashes commission rates for affiliate program

Perchè Vendere Un Sito Web È Difficile

vendere siti web

Ormai lo avrai capito: vendere un sito web non è affatto semplice. Sono tantissime le variabili da tenere in considerazione. Devi tenerne conto giusto? Non vorrai che il tuo sito resti li fermo, parcheggiato, come la mucca su questo divano?

Mettiti nei panni del compratore: è anche lui vuole chiudere un affare ma è tremendamente impaurito da essersi fatto sfuggire qualche dettaglio che gli costerà caro (una PBN che dopo la vendita viene rimossa, una penalizzazione in arrivo, traffico non corrispondente a quanto preventivato, difficoltà e tempo richiesto per completare la migrazione, …)

Naturalmente ogni tipo di compratore avrà le sue peculiarità: più fiducia e tranquillità implicano una vendita più veloce e ad un prezzo maggiore. Andiamo a scoprire con chi tratteremo per vendere il nostro sito web!

I Diversi Tipi Di Compratori

Siamo pronti a scovare i diversi tipi di compratori che potranno approcciarti nella vendita del tuo sito web. Sicuramente se il tuo sito è di buone dimensioni o comunque genera entrate sostanziose i primi contatti li avrai già ricevuti. In questo caso immagino che il problema sia legato al capire quale sia il valore del tuo sito web. Riguardo questo ti rimando alle sezioni precedenti.

1. Gli Inesperti

Cominciamo con questa prima categoria. Sarò breve perchè non c’è effettivamente molto da direRed flag dovrebbe essere la parola d’ordine per individuare questo primo gruppo. Gli inesperti o improvvisati sono quei compratori che da un lato sono stati affascinati dall’idea di una rendita passiva o semi-passiva (e con i guru che oggi popolano i social network non c’è da sorprendersi) ma dall’altro non hanno i capitali o le reali intenzioni di concludere la vendita.

La conseguenza: un sacco di tempo perso con potenziali clienti che dopo le prime domande smettono di rispondere ad email o messaggi, propongono un prezzo ridicolmente basso dato lo scarso budget o aprono un sito concorrente dopo aver scovato le pagine ad alto potenziale. Alla larga!

2. I Flippers: piccoli imprenditori e agenzie specializzate

Un trend ormai affermato in America che vedo giorno dopo giorno sempre più crescente anche qua in Italia. Il Flipping è quell’attività che consiste nel:

  1. Comprare: il flipper cercherà un sito web da comprare, in questo caso se sei intenzionato a vendere il tuo portale potrà essere il tuo. È lo step più difficile: tutto ruota attorno all’identificazione del corretto target. Il prezzo che si spunterà in fase di acquisto è determinante. Da parte di questi compratori ci sarà molta attenzione al prezzo e alle opportunità di crescita
  2. Migliorare: dopo l’acquisto il flipper cercherà di migliorare il sito. Generalmente si parla di incrementare sia il traffico che le entrate anche se solo uno di questi due fattori può essere portato a termine per accrescerne il valore. Se si è pagato il giusto prezzo e se si è svolta correttamente la fase di due diligence, un guadagno dall’operazione è quasi garantito
  3. Vendere: è il momento di incassare quanto ci spetta. Si saranno realizzati sia guadagni in conto capitale dati dal differenziale tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto e guadagni correnti, dati dall’utile generato mentre si stava migliorando il sito web.

Ci sono tre differenti tipologie di flipping:

  1. Flipping base: la fase uno può essere sostituita dalla creazione di un sito da zero. E’ richiesto più tempo ma da più possibilità nella scelta della direzione, della gestione del progetto e nelle aree di interesse del sito da sviluppare. All’interno di questa categoria di solito andiamo a trovare, in particolare per progetti piccoli, piccoli imprenditori alle prime armi. E’ più facile spuntare un buon prezzo in fase di acquisto. Se state vendendo: affidatevi ad un esperto, ne ricaverete di più sia come valore di vendita che in gestione dell’intero processo.
  2. Flipping Standard (investimento a medio termine): è il più comune business model in ambito website flipping. Essenzialmente si compra un sito web da ristrutturare ma già con guadagni registrati. Si sistema ciò che è da modificare il più velocemente possibile vendendolo ad un prezzo più elevato. La scelta del sito web da comprare e l’identificazione dei problemi da risolvere è l’elemento fondamentale. Ecco perché molte agenzie (anche di marketing) si posizionano a questo livello. Se siete dei venditori in questo caso attenzione al prezzo: il compratore che fa flipping cercherà di comprimerlo anche se la chiusura dell’operazione in breve tempo gioca un ruolo importante. È quindi fondamentale predisporre il portale alla vendita, preferibilmente su hosting autonomi in moto da ridurre drasticamente i tempi della migrazione.  
  3. Flipping a lungo termine: molti investitori comprano siti per le loro entrate ricorrenti e per svilupparli in ottica di lungo termine. Questo tipo di investitore manterrà il progetto per anni incassando i profitti che verranno destinati sia a guadagno che a reinvestimento nel progetto. La vendita la si ha quando l’investitore non è più in grado di sviluppare il sito acquistato o ha necessità di incassare quanto investito. Richiede pazienza e molto lavoro. Il miglior compratore con cui interfacciarsi se sei nella fase di vendita. Data l’ottica di lungo termine è maggiormente flessibile riguardo al prezzo di entrata se il progetto lo permette. Allo stesso tempo però non ha particolar fretta di concludere l’operazione, quindi si ha meno leva contrattuale sotto questo profilo.
3. I Fondi Privati tematizzati e le grandi aziende strutturate

Navighiamo in un mare completamente diverso.

I professionisti della finanza sposati ai professionisti del web. Forse sto esagerando, ma rende il concetto. Hanno già una chiara idea del range di prezzo. Non che questo impedisca margini di contrattazione.

Sono i primi interessati a concludere la trattativa con successo concedendo spazio al venditore ma sempre entro i margini individuati. Le clausole per la vendita possono essere elaborate maggiormente, si potrebbe ottenere un prezzo maggiore strutturando il raggiungimento di determinati obiettivi al pagamento differito di una parte di questo.

Quindi spazio alla fantasia!

Sono utili per organizzare la vendita di blog, e-commerce e portali editoriali molto strutturati. Hanno infatti fondi a disposizioni che un singolo imprenditore e un piccolo professinista non sarebbero in grado di mettere a disposizione per un unico progetto.

L’Area Grigia

Ci troviamo in un’area non ben definita. Abbiamo un portale pronto alla vendita, nessuna problematica in vista, guadagni in crescita. Un sogno. Cosa potrà andare storto?

Il range di prezzo in cui ci troviamo. Mi spiego meglio.

Come già vi accennavo ci sono diversi tipi di investitori/compratori. Ognuno di questi ha budget diversi. Il problema è qui. Lo spostamento tra la categoria flipper a quella dei fondi e aziende strutturate non è coincidente. Esiste un’area grigia che li separa e che ti permetterà di chiudere la vendita solo con tanta fatica e una forte riduzione del prezzo.

Shawna Newman nel suo corso ”Website Flipping For Site Builders Masterclass” individua tre fasce di prezzo:

  1. Prezzo di vendita inferiore ai 300.000€: siti più facilmente e velocemente vendibili con offerte in larga parte ”cash”, quindi con pagamento diretto. Possono essere sviluppati accordi di earn-out anche se non sono consigliati
  2. Prezzo di vendita compreso tra i 300.000€ e i 500.000€: fascia di prezzo più difficoltosa, la maggior parte dei compratori non possono permettersi portali in questo range ma al contempo il prezzo di vendita non è ancora tale da coinvolgere un investitore professionale
  3. Prezzo di vendita maggiore dei 500.000€: seconda fascia di prezzo in termini di facilità di vendita. In questo caso abbiamo molti investitori istituzionali pronti ad acquistare. Frequenti sia i pagamenti immediati che la strutturazione di accordi di earn-out.

Ripeto: il mercato americano è diverso da quello italiano, è molto più liquido e più vivace sotto il profilo delle transazioni. E’ quindi da trattare diversamente rispetto al nostro.

Personalmente manterrei il medesimo range di partenza per gli investitori istituzionali. Ciò che varierei invece è il prezzo di vendita per gli investitori ”privati”, in questo caso non superiore ai 150.000€, 200.000€ massimo.

Fiducia E Due Diligence

accordo vendita sito web

Uno dei più grandi errori quando si sta per comprare un business, in questo caso quindi includiamo siti web, blog, e-commerce e portali editoriali, è saltare interamente la fase di due diligence. Perchè? Probabilmente perchè non la si considera importante. Dopotutto, cosa può andare storto? Tante cose.

E’ quindi importante chiedersi: il prezzo di vendita è appropriato?  Perchè il sito web è in vendita? Non sono più in grado di farlo crescere? I competitor stanno aumentando, ci sono problemi con i fornitori e la normativa?

Se sei un venditore devi farti trovare pronto: un attento compratore analizzerà da testa a piedi il tuo portale per individuare ogni singola problematica. Aspettati che queste vengano utilizzate in fase di contrattazione: ecco perché farsi trovare preparati.

Se sei un compratore invece è necessario fare attenzione a molti aspetti. Di seguito ho cercato di riassumere i principali fornendo qualche pratico consiglio.

Uno dei principali fattori che determina il posizionamento organico di un sito web nei motori di ricerca è il profilo bacnklink.

Apriamo un qualsiasi tracker (Semrush, Ahrefs, Seozoom, …) e andiamo ad analizzare il sito che stiamo per vendere.

Ciò che mi piace vedere è un basso rapporto di backlink con “exact math anchor text” in particolar modo a favore delle pagine transazionali, se possibile con la maggior parte dei link in entrata con ancore come “brand”, “URL”, nome del creatore del portale distribuite in modo abbastanza uniforme tra le pagine dell’intero sito.

Non ti ritrovi? Forse è arrivato il momento di sistemare tutto questo prima di rischiare una penalizzazione.

Importantissimo anche il contesto in cui il backlink si trova. Forse però sto andando troppo nel dettaglio, consideratelo come un input per un’analisi più approfondita.

Altre red flag per me sono:

  • Private blog network: il rischio non è di per se legato al fatto di aver utilizzato una PBN ma di perdere tutti i link in entrata appena il portale viene venduto. Assicura il compratore che la PBN verrà venduta con il portale o che i link continueranno a restare nella posizione in cui sono (ad esempio indicando i contatti dei proprietari dei siti nella PBN)
  • Link internazionali da paesi non inerenti (ad esempio da domini .fr o .de quando il sito è attivo solo in Italia)
  • Link da portali adult/casino/eccessivo uso di directory: eliminare, eliminare, eliminare
2. E-Commerce E Account Ads

E’ arrivato il momento di focalizzarci sugli e-commerce: se hai in mano un portale editoriale vai pure al prossimo punto ma se vuoi vendere un e-commerce questa è la tua sezione.

Già dal titolo penso tu abbia capito cosa mi preme più sottolineare: gli utenti della maggioranza degli e-commerce, sopratutto quelli di piccole dimensioni, non hanno fonte organica. Provengono spesso da account pubblicitari. Che questo sia un social network, come nella maggior parte dei casi, o un account Google Ads non modifica il risultato sostanzialmente.

Durante la vendita vi verrà quindi chiesto di includere all’interno del pacchetto (dominio, contenuto, account social, …) anche l’account che utilizzate per la gestione della pubblicità. Questo permette infatti di avere da un lato tutte le campagne già configurate e attive, dall’altro per avere una prova tangibile dei risultati storici (in particolare del costo di acquisizione del cliente). Questa è la prassi per EmpireFlippers, menzionando un player rilevante.

Preparatevi quindi ad includere il vostro account ads. Ti consiglio caldamente quindi di crearne uno dedicato ad ogni e-commerce per non farti trovare impreparato.

Attenzione anche al magazzino. E’ comune per gli e-commerce avere prodotti che vanno “out of stock”, non più a magazzino. Sicuramente sarà qualcosa che ti è gia successo.

Un e-commerce con la maggior parte dei prodotti non più disponibile non è decisamente attraente. Allo stesso tempo però non ha molto senso investire in magazzino più del minimo necessario dato che probabilmente dovrai occuparti di trasferirlo al nuovo proprietario. Cosa non facile se lo gestisci in autonomia!

Ti consiglio in questo caso di condensare i prodotti in categorie principali rimuovendo quelli a più basso (o negativo) margine o a lenta rotazione. Puoi organizzare una svendita per le vecchie rimanenze di magazzino. Presta attenzione ai ricavi complessivi, una netta variazione all’ultimo minuto non è ben vista.

3. Storico Vendite

Come già vi dicevo un improvviso cambiamento nelle vendite, se non adeguatamente motivata, non è ben vista. Non solo le variazioni devono essere motivate. Preparati in fase di vendita, sopratutto se per transazioni di importi considerevoli, a provare i risultati conseguiti nei mesi precedenti.

Puoi farlo con semplicità tramite il pannello Shopify se ti appoggi a questa società per la gestione del tuo e-commerce, al portale affiliazioni Amazon se hai un sito web con contenuti editoriali monetizzato con affiliazioni o il tuo gestionale in assenza dei precedenti. Ti potrà essere richiesto anche di provare le entrate e le uscite tramite la movimentazione del tuo conto corrente o del metodo di pagamento che hai utilizzato per la gestione del sito web. Consiglio di avere tutto già pronto!

4. Storico Visite

Se un sito con dubbie vendite ha tanto traffico, forse qualcosa è salvabile. Se sulle prime si può chiudere un occhio (attenzione a non chiuderli entrambi), la verifica delle seconde è necessaria.

Cosa mi tranquillizzerebbe:

  • Leggera crescita del traffico/stabilità  nei mesi precedenti alla transazione. Non apprezzerei nessun picco o drastico calo che mi faccia sospettare di forti interventi lato SEO, campagne ads spinte o saltuarie, penalizzazioni da parte dei motori di ricerca
  • Poco traffico diretto se non in pochissimi e limitati casi ben contestualizzati. Di Amazon o Giallo Zafferano ce ne è uno solo, non mi aspetto che il tuo sito sia talmente conosciuto da avere una forte base attiva di utenti pronti a cercarvi giornalmente e direttamente
  • Poco traffico di origine referral: si ai Social Network ma nell’apposita sezione di Analytics
5. Il Settore E Il Suo Trend

Il caro vecchio Porter (sono abbastanza sicuro sia lui ma non certo di questo, perdonami nel caso la svista), sosteneva: la redditività di un’azienda è largamente influenzata dalla redditività del settore e quindi dal suo andamento.

Ipotizzando un analisi svolta tramite multipli derivanti da transazioni comparabili, a parità di flussi di cassa ciò che porta alla determinazione di un prezzo più elevato (o meno) è l’idoneo moltiplicatore applicato. Come già vi anticipavo, è errato applicare un x30 e pensare di aver già trovato il valore.

Le transazioni comparabili sono spesso determinate sulla base di acquisti e vendite di siti web nel medesimo settore. Qui iniziano ad annidarsi le prime differenze. Se questo è in forte espansione senza operare sul portale e a parità di concorrenza i guadagni possono solo che aumentare in modo inerziale. Il prezzo di vendita sarà necessariamente maggiore dati flussi di cassa prospettici più elevati (ed ecco ritornati al modello DCF).

Per quanto riguarda la redditività, mi è capitato di realizzare due portali editoriali molto simili, con contenuti strutturati allo stesso modo ma con prodotti che nel primo caso erano più facilmente vendibili online mentre nel secondo la diffidenza era maggiore. Non serve dire che nel primo, a parità di utenza (da considerare come costo nella sua acquisizione), i guadagni erano doppi. E’ il settore che determina in larga parte la redditività.

Sei Pronto Alla Vendita?

Dopo tutto quello che hai letto, sicuramente avrai qualche domanda. Fermati un momento e prima di tutto chiediti: sei pronto alla vendita?

Tutto è in ordine, o cosi dovrebbe essere. Lo step successivo è scegliere il marketplace dove vendere il tuo sito web.

Dove Vendere Un Sito Web

empire flippers cover

Quale è il miglior posto dove vendere il tuo sito web, il tuo e-commerce o il tuo blog? Di istinto ti risponderei per il tramite di un marketplace realizzato ad hoc, in particolar modo se questa è la tua prima vendita. Solitamente i marketplace più strutturati si occuperanno di tutto quello che riguarderà la gestione della transazione, in particolare la conclusione della vendita e l’incasso del corrispettivo (sistema di escrow e il processo di pagamento).

Ho elencato di seguito i “luoghi” virtuali dove i siti web vengono venduti: fai attenzione a scegliere quello più adatto alle tue esigenze. Empire flippers per esempio non accetta portali troppo piccoli, i gruppi Facebook sono decisamente più indicati per questo.

Non affidarti inoltre a broker completamente sconosciuti: presta sempre molta attenzione quando vendi il tuo sito web, i problemi sono sempre dietro l’angolo.

I Broker specializzati

Se Empire flipper (di seguito menzionato) richiede profitti netti maggiori di 1000$ mensili aspettatevi che le transazioni che si concludono con questi intermediari siano decisamente maggiori. I broker gestiscono solitamente transazioni con prezzi di vendita a partite da 250.000$.

Se siete spaesati affidarsi a broker nella fase di vendita vi permette di essere più seguiti. Agendo come intermediari saranno remunerati per il tramite di una parcella rapportata al prezzo di vendita.

Attenzione agli incentivi e ai possibili conflitti di interesse: il loro guadagno si concretizza quando vendono, potrebbero spingere ad un prezzo leggermente inferiore al vero valore.

Una lista di validi broker è indicata da Flippa qui: https://www.flippa.com/businesses/business-brokers

Empire Flippers

Empire Flippers è un broker che si focalizza su siti web, e-commerce, blog e portali web di tutte le dimensioni anche se viene posto un limite minimo riguardo ai profitti: 1000$ di utili netti mensili.

Hanno venduto tantissimi siti per un valore di circa 245 milioni di dollari dal loro lancio (dati 2021), sono decisamente affidabili soprattutto in fase di chiusura della vendita. Decisamente buono il loro supporto.

Commissioni richieste: 0$ per la pubblicazione dell’annuncio. E’ richiesta una percentuale sulla vendita:

  • 15% per vendite sotto il milione
  • 12% per vendite tra 1 e 2 milioni
  • 8% per vendite tra i 2 e i 5 milioni
  • 5% per vendite tra i 5 e i 10 milioni
  • 2% per vendite superiori ai 10 milioni

Uno dei grandi benefit di utilizzare Empire Flippers è che i compratori si fidano della verifica fatta preliminarmente da questo marketplace. Preparatevi a fornire tanti dati, ne vale la pena. Sarà inoltre propedeutico alle future richieste dei compratori. Nota positiva: verificano i compratori chiedendo una prova dei fondi in modo da evitare offerte “vuote”.

Ricordatevi: il compratore potenziale si fiderà maggiormente a concludere la vendita utilizzando Empire Flippers dato che il vostro portale sarà sommariamente analizzato da loro. Vi riconoscerà quindi un prezzo maggiore: win win.

Flippa

Dal lancio di Flippa sono stati venduti più di 38.000 siti web. E’ una piattaforma molto simile ad Ebay. Non ci sono particolari limitazioni riguardo alla visibilità e la possibilità di fare offerte ai proprietari dei siti web che hanno deciso di pubblicare un annuncio. C’è la possibilità di rendere l’annuncio “privato” in modo da evitare che i competitor possano accedere a dati sensibili riguardo al tuo portale.

Flippa permette inoltre di vedere i siti che sono stati venduti recentemente, può darvi quindi un’idea del valore del vostro.

Commissioni richieste: 49$ per la pubblicazione dell’annuncio, 10% del prezzo di vendita fino a 50k$ aumentato al 15% nel caso di utilizzo di un broker.

Ottimo per piccoli portali. C’è la possibilità di personalizzare al massimo l’annuncio non essendo presenti vincoli a particolari informazioni minime. Attenzione ai truffatori: consiglio sempre di utilizzare l’escrow di Flippa in fase di vendita. Ancora più attenzione in acquisto anche se si possono trovare ottimi prezzi.

Gruppi Facebook E Vendita Diretta

Per ultimo in ordine di grandezza arriviamo ai Gruppi Facebook e la vendita diretta. Sono presenti marketplace più o meno moderati dove potrete acquistare siti web, portali, e-commerce e domini. Attenzione allo spam e agli acquirenti, se Flippa è una giugla nei gruppi Facebook si raggiunge un nuovo livello! Di seguito alcuni gruppi che in passato ho utilizzato:

Per Concludere

Arrivato a questo punto dovresti essere pronto. Probabilmente non saprai tutto, ci sarà ancora molto da scoprire ma è un processo che si apprende man mano procedendo con la tua prima venditaCi siamo passati tutti, nulla di impossibile.

Ricorda solo una cosa: sempre massima attenzione. Dopotutto stai vendendo la tua creazione!

Fonti E Approfondimenti

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